Utagawa Kuniyoshi, Storie eroiche del Taiheiki, Taiheiki Eiyuden, 1847-50

110,00

Artista: Utagawa Kuniyoshi (1797 – 1861)
Titolo opera: Storie eroiche del Taiheiki, Taiheiki Eiyuden, 1847-50
Autore calligrafo: Ryūkatei Tanekazu (1807-1858)
Nishiki-e  Silografia a colori
Illustrazioni dal libro: Storie eroiche del Taiheiki, Taiheiki Eiyuden, 1847-50
Editore: Pubblicato nel 1917 dal editore Yoshikawa Kobunkan
Formato: kouban dittico (foglio singolo mm.240 x 160 c.a.)
Edizione: Periodo Thaisho (1917)

Splendida stampa con ottimi colori vivaci, composta da due pannelli separati, impressa su carta del Giappone washi, epoca primi’900. In perfetto stato di conservazione con buon margine tutt’intorno oltre la linea marginale.  Di rara manifattura.

 

 

 

Richiedi questo articolo
  • Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.
Inserisci il tuo nome
Inserisci il tuo cognome
Insert mail
Inserisci messaggio
Si prega di accettare la casella di controllo della privacy.

Descrizione

Queste bellissime stampe sono tratte dal Libro” Storie eroiche del Taiheiki” serie di 50 pagine, chiamata anche “Cronache degli Eroi della Grande Pacificazione”, Taiheiki Eiyuden, pubblicata nel 1917 da Yoshikawa Kobunkan.

Le scene mostrano generali e samurai in azione o in momenti più tranquilli della giornata. Queste figure espressive sono splendidamente colorate e dettagliate con una meravigliosa attenzione alle armature e alle armi.

Storie eroiche del Taiheiki 

Pochi altri artisti giapponesi di stampe ukiyo-e hanno mai abbinato i dettagli e l’abilità artistica di Kuniyoshi al genere delle stampe guerriere.

Pubblicata tra il 1847 e il 1850, la fantastica serie di Kuniyoshi, “Storie eroiche del Taiheiki”, o “Grande Pacificazione”, presenta cinquanta ritratti a figura intera di famosi guerrieri coinvolti nel periodo di chiusura delle guerre nel XVI secolo in Giappone, poco prima dell’unificazione della nazione. Queste immagini  mostrano questi eroi impegnati in battaglia o in posa eroicamente in tutta la loro gloria militare. Kuniyoshi coglie gli aspetti unici di ciascun guerriero, con accanto testi dettagliati delle loro carriere eroiche. Tutte qualità che nessun altro maestro aveva saputo infondere nell’ukiyo-e fino ad allora.

Queste stampe sono una grande opportunità per collezionare una parte della storia giapponese, documentata in modo dinamico dal grande maestro Kuniyoshi.

Kuniyoshi, nel corso della sua vita e carriera artistica, è stato influenzato profondamente dal mondo dei samurai. Venne infatti spinto dalla sua passione per i racconti eroici a realizzare un nutrito numero di stampe a carattere guerriero, definite mushae, che potevano essere singole, trittici o serie intere: caso volle che fu proprio una di queste, il “Suikoden”  nel 1827 a decretare l’inizio della sua ascesa come artista di fama nazionale. Inoltre, alcuni dei bushi diventarono per lui dei veri e propri modelli da seguire, primo fra tutti fu proprio Toyotomi III Hideyoshi.

Il Taiheiki quindi può essere visto come una celebrazione sua e del suo trionfo, un omaggio che l’artista scelse di dedicargli, l’epoca Tokugawa, in cui la sua figura era invece malvista dalle autorità governative. Con il processo di unificazione venne imposta la pace su tutto il territorio nipponico, e la situazione di guerra pressoché continua che aveva caratterizzato il Paese per svariati secoli giunse al termine. Questo ebbe delle importanti implicazioni a livello sociale e culturale, dal momento che ormai le competenze belliche dei samurai non erano più richieste. Venne così dato l’avvio a un processo che vide l’adattamento della funzione sociale di questi guerrieri alle necessità dell’epoca: si trasformarono infatti gradualmente da maestri delle arti belliche a ricoprire posizioni lavorative quali magistrato, burocrate, insegnante e impiegato. Questo profondo mutamento, che cambiò la natura stessa del samurai, fu possibile solo grazie alla creazione, da parte delle autorità, di un sistema di classificazione dell’individuo basato sull’onore. Tale suddivisione prevedeva infatti che ogni guerriero venisse inserito in una particolare posizione all’interno della scala gerarchica in base a diversi criteri, programmando inoltre una serie di oneri e retribuzioni: queste in particolare constavano di titoli formali che non avevano un particolare valore, ma erano efficaci per accontentare gli ex guerrieri e tenerli a bada, evitando che dimostrassero eccessive rimostranze. Nonostante ciò, si arrivò a una situazione in cui l’identità del samurai andava perdendosi, e gli ideali di onore e disciplina venivano lentamente sostituiti da concetti come la fedeltà verso il proprio datore di lavoro e il rispetto delle normative sociali imposte dall’alto. La rigida suddivisione sociale poi garantiva una serie di privilegi formali alla classe guerriera, i cui membri avevano ben poco potere reale, nonostante si trovassero all’apice della piramide sociale.

Kuniyoshi era conscio del profondo mutamento sociale, che nella sua epoca era diventato particolarmente evidente. Era infatti la seconda metà del XVIII secolo, e si stava avvicinando quel momento storico dove navi americane avrebbero segnato il momento in cui il Giappone fu costretto ad abbandonare l’isolamento e a riallacciare i contatti con l’esterno. Questo avvenimento avrebbe portato il Paese ad ammodernarsi radicalmente e abbandonare la struttura feudale che lo aveva caratterizzato per più secoli, con il risultato di lasciarsi  definitivamente alle spalle il passato e abolire la classe samuraica e i suoi privilegi.

Il Taiheiki quindi può essere ritenuto una sorta di ponte fra passato e presente, un riferimento a una situazione sociale e politica di cui erano visibili solo i castelli e il daishō, la coppia di spade che contraddistingueva i samurai dalla gente comune; al tempo stesso però il ricordo era ancora vivido nelle menti del popolo, che conservava la memoria delle imprese di questi guerrieri e il loro coraggio, così come le loro tradizioni e il grande bagaglio filosofico di orientamento zen.

I “bushi” e il loro mondo infatti hanno sempre esercitato una forte influenza sui giapponesi, sia dal punto di vista artistico (si veda la sterminata produzione di dipinti, opere teatrali e cinematografiche, pubblicazioni e altro ancora) sia culturale, come il sentimento di quasi reverenza nei confronti del proprio superiore e l’autodisciplina, connotazioni particolari del popolo nipponico.

Kuniyoshi  è riuscito attraverso quest’opera a celebrare a modo suo questa classe sociale ormai in declino, diventata ombra di sé stessa, i cui ideali però non erano stati dimenticati. Con il suo Taiheiki l’artista ricorda i fasti del passato, celebra il coraggio di quegli eroi che hanno costruito il Giappone moderno mediante i propri sforzi, e riporta alla mente del pubblico le imprese più eclatanti dei singoli condottieri. Tutto questo in una serie di cinquanta stampe, che riassumono in maniera efficace gli avvenimenti più importanti del processo di unificazione.

Le stampe raffigurano personaggi importanti come Oda Nobunaga, Akechi Mitsuhide e Toyotomi Hideyoshi, che sono stati personaggi chiave nelle vicende storiche. Sono famosi per la fondamentale importanza delle loro azioni e decisioni prese nelle fasi della pacificazione del Giappone.

Calligrafo Ryūkatei Tanekazu

Per quanto riguarda i testi presenti nelle varie stampe, l’autore di ciascuno di essi è Ryūkatei Tanekazu, uno scrittore di racconti popolari gesaku e famosi cantastorie kōdanshi di tarda epoca Edo. Egli, nel corso della sua carriera, collaborò spesso con Kuniyoshi, componendo vari testi a corredo delle figure, che arricchivano e completavano le sue opere. Assai popolare in epoca Tokugawa, la professione del cantastorie deriva da una tradizione medievale di artisti che giravano per i vari centri abitati, mettendo in scena monologhi in cui essi commentavano fatti storicamente accaduti, reperiti dalle cronache dell’epoca. Queste a loro volta avevano come base fonti scritte, e possedevano la duplice natura di opere sia letterarie che storiche. I cantastorie dunque partivano da queste basi per narrare specialmente di battaglie e degli eroi che vi presero parte. La recitazione prevedeva varie tecniche per intrattenere il pubblico, tra cui l’utilizzo di un linguaggio variegato unito a elementi retorici che avrebbero suscitato stupore e interesse.

Solitamente, oltre a una presentazione generale del guerriero, contenente l’origine del casato e alcune gesta note, c’è la narrazione di un’impresa o di un fatto più importante rispetto agli altri: questo viene quindi analizzato nel dettaglio, inserendo parecchie informazioni che rendono la lettura appassionante e stimolano la fantasia del lettore.