Descrizione
Descrizione dell’opera:
La stampa raffigura una carpa che nuota lungo una cascata. L’artista in quest’opera cattura l’essenza della tradizione nipponica: le pennellate ricche di eleganza e di maestria, ci mostrano una stupenda carpa che guizza controcorrente, saltando verso l’alto nella zampillante cascata per attraversare le rapide.
Simbolismo – La Carpa Koi
La parola “KOI” in giapponese significa amore. Per questo la carpa è un simbolo di durevolezza, stabilità e buona fortuna nel matrimonio. Ed è anche un simbolo di fortuna e di amicizia e quindi viene utilizzata per augurare tutto il bene possibile.
In Giappone e nella cultura giapponese la Carpa Koi è associata ad una ricca simbologia. Le carpe giapponesi rappresentano infatti tre virtù molto importanti: Coraggio, Fortuna, Amore.
Nella cultura nipponica le koi sono molto apprezzate sia per la loro bellezza e sia per il loro significato simbolico. Dal momento che sono in grado di nuotare controcorrente rappresentano la forza ed il coraggio intesi come capacità di superare le avversità e nell’essere anticonformisti (cioè seguire la propria idea indipendentemente dagli altri).
Cenni biografici sull’artista:
KEISAI EISEN (1791-1848) nacque a Edo nella famiglia Ikeda. Fu apprendista di Kano Hakkeisai, da cui prese il nome di Keisai, e dopo la morte del padre studiò con Kikugawa Eizan. I suoi primi lavori riflettevano l’influenza del suo mentore, ma presto sviluppò il suo stile.
Produsse un certo numero di surimono (stampe che furono emesse privatamente), stampe erotiche e paesaggi, tra cui “Le sessantanove stazioni del Kiso Kaido”, che iniziò e che fu completato da Hiroshige. Eisen è famoso soprattutto per i suoi bijin-ga (immagini di belle donne) che ritraevano i soggetti come più mondani di quelli raffigurati dagli artisti precedenti, sostituendo la loro grazia ed eleganza con una sensualità meno studiata. Realizzò molti ritratti e studi a figura intera raffiguranti le mode dell’epoca.
Oltre a produrre un prolifico numero di stampe, fu uno scrittore, producendo biografie dei “Quarantasette Ronin” e diversi libri, tra cui una continuazione dell’Ukiyo-e Ruiko (Storia delle stampe del mondo fluttuante), un libro che documentava la vita degli artisti ukiyo-e. Il suo supplemento è noto come “Appunti di un vecchio senza nome”. Si descrive come un dissoluto bevitore accanito e afferma di essere stato il proprietario di un bordello a Nezu nel 1830 che era andato a fuoco.